Sono più le persone che volentieri si dicono atee di quelle che di sè dicono essere credenti in un dio; questo che ho detto è un dato di fatto che credo corrisponda alla esperienza di ognuno di noi. Non poche persone famose, intellettuali, scienziati, artisti vi sarà capitato ascoltare che nel corso di una intervista abbiano sentito la necessità di rivelare il proprio ateismo a completamento del proprio ritratto pubblico. Dirsi “credenti” non sembra essere invece nè popolare nè frequente nelle circostanze dette, quando poi oltre che poco popolare questa dichiarazione non esponga anche a dileggio e a velata o meno velata attribuzione di scarsa intelligenza in chi afferma un “credo”. Io sono una che di solito ad un certo punto si dichiara credente ma di solito ciò avviene in un dialogo o in un contesto in cui uno per primo, amico, conoscente o semplice interlocutore ha esternato il proprio ateismo. Se non mi sbaglio, non è mai capitato che io sentissi il bisogno di presentarmi come non-atea. Se in un certo contesto mi è capitato di dire, di cominciare una frase così: io sono credente è stato certamente per esternare e condividere la mia fiducia nel fatto che una entità superiore che credo benevola mi aiuterà, ci aiuta, nel superare una difficoltà: poi ci soccorre costantemente con la sua presenza, dà un senso al mio comportamento, aiuta la mia visione della vita, aiuta la mia interpretazione dei grandi temi, delle grandi domande: perchè siamo qui, quale è il fine della vita, del cosmo; perchè esiste il Male. Quale dottrina, quale Maestro mi aiuta a rispondere a queste domande? Il maestro Cristo a me sembra che risponda a molte istanze interiori profonde. Ci sono stati altri Maestri e miei simili trovano nei loro precetti una spiegazione alle loro domande intime. Laicità, grande parola, credo variamente intesa. Io mi dico, oltre che non-atea “laica” intendendo con questo aggettivo che sono aperta ad accettare e comprendere la posizione dell’ateo . Non so se la mia interpretazione della condizione di “laica” sia quella più corrente; se sia considerata in genere corretta . A me sembra che chi non crede in un essere superiore pensi di essere lui il laico autentico ed esclusivo per così dire, ritenendo estremista integralista e non-laico – nella sua accezione di laico – chi ha una fede religiosa di qualche tipo. Sarebbe interessante approfondire come ognuno di noi intende la parola “laico”.