Eco e ambiente, Letterari

La profezia di Stephen.

Guardo la natura intorno a me: guardo la sua bellezza. Penso al mondo intorno, penso ai molti aspetti della sua bellezza. Penso agli animali, ai fiori, ai ghiacciai, ai tramonti, al mare, ai ruscelli, alla natura che si risveglia a primavera e ai segni del riposo della terra d’inverno, allo spettacolo dell’autunno, alla unicità di ogni cristallo di ghiaccio e di ogni fiore di neve, alla cascata che si getta per centinaia di metri, all’alternarsi delle stagioni. Penso ad un villaggio immerso nella neve soffice, all’indescrivibile silenzio del deserto e alla savana ricca di colori, di suoni, di animali fantastici. E alla pioggia ristoratrice e allo splendore del sole; alle corolle che orientano il loro volto a quel sole. Penso al fragore e alla maestosità delle onde che si infrangono sulla scogliera e immagino i colori incredibili di un campo di lavanda e di un distesa di brillanti girasoli. Penso alla luna che diffonde il suo discreto magico chiarore e che muove le maree , agli alberi che diffondono la loro ombra. Penso insomma alle molteplici meravigliose manifestazioni della vita sulla terra. Ora vedo la terra spoglia di alberi, campi prima rigogliosi di messi ora riarsi. Vedo città sommerse, vedo il mare disabitato di viventi e che ha somerso le terre e le più grandi città. Sono morti per la evoluzione nefasta del clima gli animali . Nuove mostruose creature li hanno sostituiti. Non ci sono più le stagioni: un caldo costante, afoso, insopportabile ristagna sulla terra. Il caldo non fa che aumentare e vegetali e animali muoiono ogni giorno. Si cerca la fuga dal pianeta malato verso altre terre nello spazio, ma il viaggio è alla portata di pochi. Depressione e disperazione tutto intorno. Il mio pensiero si arresta, non tollera la visione dell’incubo, ma eccheggia nella mente la profezia di Stephen Hawking e non la posso ignorare: “la terra sarà come Venere”.

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