Eco e ambiente

Bellezze a perdere.

Comincio già a guardare con occhio nostalgico le bellezze della natura quando mi si presentano davanti nella realtà o in immagine. Non dureranno ancora a lungo, non possiamo illuderci: il cambiamento del clima sta facendo scomparire alcune delle ricchezze più significative del pianeta, risultato di  millenni di evoluzione. Per dirne solo una: i ghiacciai. Avremmo mai pensato solo fino a qualche decennio fa che l’uomo avrebbe dovuto coprire con una immensa coperta un ghiacciaio per impedire che il sole sempre più nemico lo sciogliesse del tutto? Avviene adesso. In quale incubo avremmo visto la scena dell’orso bianco che – terrorizzato – al Polo Nord viaggia su di una esile zattera di ghiaccio, il solo rimanente nel suo habitat abituale? Avremmo pensato solo negli anni della prima metà del secolo scorso che avremmo trepidato per le api e che avremmo tenuto alla mente come un mantra o un monito la frase attribuita ad Einstein:” Quando le api moriranno all’uomo resteranno pochi anni di vita?” Ma questi fatti, questi segnali inquietanti e molti altri  che ci ricordano la precarietà in cui sempre più fortemente dovremo vivere sono forse sufficienti a scoraggiare chi si ostina a fare ammalare il pianeta e poi anche a negare la sua malattia? Non sembra. Si rimandano i rimedi, si sposta in avanti continuamente la data della concretizzazione degli impegni di salvaguardia della biodiversità, del clima. Avremmo immaginato, solo sul finire del secolo Ventesimo che una tempesta di vento avrebbe spazzato via come fossero stuzzicadenti o castelli di carte migliaia di alberi in uno dei luoghi più belli dei nostri monti, in Trentino? Il clima, l’avanzata del caldo: anche se ci avevano avvertiti, anche se noi  siamo tra quelli che avevano ascoltato e temuto l’avvertimento siamo preparati ad affrontare negli anni a venire, a partire da subito, temperature sempre meno compatibili con la nostra vita? Ci sono giorni e ore in cui guardando intorno a noi una bellezza naturale – vegetale, animale o dello spazio profondo – ci illudiamo. Ringraziamo in cuor nostro, se siamo credenti, un creatore per averci fornito un luogo dove vivere come umani e come altre specie: ci dice la fisica che solo condizioni chimico-fisiche particolarmente improbabili a verificarsi e che tuttavia si sono verificate hanno potuto predisporci come culla questo pianeta: un delicatissimo equilibrio che una Natura o un Dio ci hanno donato ci consentono di abitare quaggiù. Io continuo a sperare che possiamo fermarci in tempo e rinsavire ma soprattutto che possiamo fermare coloro, potenti e prepotenti che lavorano per la nostra rovina.

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