Biografici e autobiografici

Al’inizio.

All’inizio ci furono Gianbartolo e Giuliano. Gianbartolo era carino, la sua corte discreta 

Non pensate chissà che eravamo due poco più che bambini. Gianbartolo e io giocavamo a tennis sullo stradone di Serina, vicino alla casa dove io con mamma e zio eravamo in villeggiatura. Lo stradone era quello che saliva, per esempio che portava a Oltre il Colle. La nostra partita non era in piano, lui Gianbartolo era on alto. L’area di gioco che vedeva le nostre battute era moto più ampia che un campo da gioco. Eravamo bravi ed entusiasti. Gianbartolo era un ragazzo educato e gentile e io penso che mi amava in silenzio. Gianbartolo era il figlio del segretario comunale. Io amavo Giuliano che appariva assolutamente irraggiungibile. Cosa avesse Giuliano che non fosse alla mia portata non so. Era carino ma non aveva alcuna caratteristica che spiccasse. Non sembrava neanche che si desse delle arie. A pensarci, non aveva nulla di interessante però appariva indifferente a tutto e non mi sembrava neppure che si accorgesse di me, nel senso di godere del mio morirgli dietro. Era carino, a quel che ricordo, ed era tutto quello che posso dire. Naturalmente potrei a che dire che ci stavo male parecchio per il fatto che mi appariva irraggiungibile. 

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