- Nella quiete e nel silenzio che regnavano in quei momenti, mi pare tardo pomeriggio, ma come mai ero arrivata lì…? Improvvisamente si manifestò un certo trambusto, in fondo al corridoio, dove c’era un ingresso di quel reparto di pronto soccorso. . E subito dopo si levarono alte grida di uomo;non ricordo cosa gridasse; erano urla di: protesta, paura,. sgomento, richiesta di aiuto. Sentii dire nelle vicinanze che l’uomo era un manager. Pensai che ne aveva avuto abbastanza di stress al punto da esserne sopraffatto. Si poteva dire che era diventato folle o anche che aveva scelto di mostrarsi come tale. Era una via di fuga dalla realtà
- Curioso tuttavia che si fosse detto di lui, nei primi commenti, nell’accoglierlo, e in modo molto indiscreto che era un manager. Credo che se fosse arrivato li un operaio, o una qualunque altra persona si sarebbe detto: e uno che da i numeri, che dà fuori di matto e, pur conoscendo la sua professione, non si sarebbe detto: è un operaio, o una bidella, o una ballerina o un maestro. Questi dati si sarebbero scritti dopo nella sua cartella clinica ma della persona in crisi non si sarebbe reso nota immediatamente la carta di identità, io credo. Quindi, quell’aver presentato l’uomo sottolineando in maniera irrispettosa della sua privacy la condizione professionale denunciava stupore, o ironia, o compiacimento, o sorpresa, forse compatimento; e soprattutto io medesima scelsi in cuor mio di dar retta al luogo comune che riguardava un certo stato professionale e le sue intollerabili responsabilità presunte.