Di recente, un colloquio di non più di 15, 20 minuti con un taxista mi ha permesso di accorgermi – con evidenza non facile da rilevarsi di solito – dei meccanismi psicologici e delle contraddizioni che agitano la mente di una persona; in questo caso, in quella di un taxista che mi stava – peraltro allungando non correttamente il percorso – accompagnanando ad un appuntamento. Come a volte accade entrando in taxi le prime battute dopo il saluto riguardano il tempo atmosferico in corso. Rilevato che sta facendo un caldo esagerato, e su questo siamo stati io e il conducente d’accordo, io accenno al cambiamento climatico e qui la discussione si anima progressivamente, mi sembra al punto in cui sento il conducente affermare che sull’argomento e sul drammatico procedere del problema la stanno facendo troppo grave e che stanno esagerando. Non c’è voluto molto perchè arrivasse, qualche decina di metri più in là, più o meno all’altezza di via Francesco Sforza Policlinico ad affermare egli, con enfasi: come con il covid,eh?!. e a questo punto si è girato pericolosamente verso di me senza guardare la strada. Devo ammetterlo: non sono stata sufficientemente pronta a smentire quel paragone, dando l’impressione, anche a me stessa temo di non contestare abbastanza quella convinzione. Qui, per cambiare velocemente discorso e visto il calore della discussione sul cambiamento climatico, calore cui non ero preparata, ho gettato sul tavolo la carta che mi sembrava buona per accorciare la partita confronto; e mi è parso che inserire l’argomento la scienza ci salverà avrebbe raffreddato l’atmosfera surriscaldata e reso meno pericoloso il percorso in mezzo al traffico. Così ho informato il mio interlocutore che da anni si sta pensando ad un progetto fantascientifico per schermare i raggi del sole e il loro impatto sul pianeta. una rete spaziale di protezione, un ombrello spaziale. Non l’avessi mai fatto: ho scatenato l’ilarità e il sarcasmo di colui che ormai si stava rivelando un pericolo per la incolumità vista la agitazione e la frequenza con cui si girava a guardarmi. Lungi dall’aver portato un argomento distensivo mi sono accorta subito di avere esasperato determinate convinzioni presenti nell’uomo anche – direi soprattutto – nei riguardi della scienza, la medesima che aveva ordito solo un paio di anni fa un complotto planetario con la pandemia. Siccome io sono una ostinata ottimista sulla possibilità di redimere le persone, invece di cambiare discorso ho esclamato qualcosa tipo “Ma se nn ci affidiamo alla scienza, a chi allora?!”: E’ stato a questo punto che, dopo aver esternato scetticismo sulla medesima e io a contrastare e così per un po’, non so da quale espressione o affermazione del taxista ho capito che lui era spaventatissimo per il cambiamento climatico e che non lo sottovalutava affatto ma che non vedeva a soluzione possibile. Quindi in definitiva il calore e la violenza con cui faceva le sue affermazioni erano perchè proprio aveva paura. Mi tirava in ballo la faccenda largamente diffusa da certe fonti mediatiche del fatto che il riscaldameno della terra è ciclico nei secoli e millenni; che si era già manifestato in passato e che quindi adesso stanno esagerando ma quando gli ho parlato del grafico famoso che mostra la progressione pazzesca del volume della CO 2 nella atmosfera, e ciò avvenuto nel volgere di pochi decenni recenti, quando per secoli la progressione era stata lentissima, ho colto nel mio interlocutore un momento di vivo interesse. E mi ha chiesto dove avrebbe trovato questa informazione. Glielo ho detto. Mi accorgo che sto analizzando e in definitiva anche forse drammatizzando in maniera teatrale satirica questa mia breve esperienza ma ero partita dall’assunto che avevo visto palesarsi con chiarezza in una persona le contraddizioni della psiche e ho tentato di spiegare come e perchè Posso dire che dopo l’arroganza con cui voleva far sapere che aveva tutte le fonti di verità possibili ho visto emergere il dubbio nel momento che una informazione precisa lo ha colpito e gli è parsa credibile, forse più di quelle informazioni. E’ stato anche il momeno in cui ho capito che il mio taxista aveva paura come tutti noi del cambiameno climatico . Ma riteneva, ma ritiene che non ci sia- io temo – soluzione. E questo è quello che io rilevo spesso, parlando dell’argomento in altri contesti e con le persone piu’ varie. Si pensa che non ci sia soluzione. Così il panico progressivamente vincerà.