Senza pretese: un diario minimo da quella che è – oggi – la mia città, che ribolle di calore per la terza. ondata africana. Ogni volta che sento questa espressione penso a questa similitudine: africana. Certamente ancora più drammatiche quelle ondate. Ma è la terza. O forse la quarta? I meteorologi tendono a sbagliarsi di più da un po’ di tempo, soprattutto spiccano le loro differenti previsioni , da un po’ di tempo. Poi li si accusa variamente: di enfatizzare, drammatizzare, contraddirsi tra loro esperti. A me sembra piuttosto che siano come allievi che cercano di interpretare e poi svolgere un nuovo compito. Mi sembra che siano alle prese con parametri di calcolo nuovi e con fenomeni fisici nella realtà che li sorprendono, facendosi beffe dei risultati matematici di analisi dell’atmosfera cui si sono sempre affidati. Si leva un po’ di vento qui sul balcone. La quercia è clemente. Mi abbandona l’altra similitudine di circa un’ora fa quando, essendo uscita all’aria dopo aver tenuta accesa l’aria condizionata in casa; ed essendo stata investita da un calore intenso ho trovalo l’immagine adatta pensando alla mitologia e ho visto Vulcano che alimenta una fornace. Poi ho pensato al buon padre Dante che certamente qualcosa di simile nella sua visita all’inferno ha trovato. Lo ho detto: a un piccolo diario senza pretese. Grazie quercia, mi hi rasserenato, ridimensionato. Sei magnifica.