Letterari

La numero uno.

La numero uno, certo. Ricordo bene quel giorno, tra il corridoio e la cameretta, lì in via Bronzetti a Milano, terzo piano. Stavo ancora con la mamma e le sorelle, non ero sposata.
Entrava dalla porta finestra, affacciata su un grande spazio aperto (fortunata circostanza in Milano, che la visuale davanti non sia chiusa da palazzi) una intensa, brillante luce di tarda mattina, forse di primavera. Mi vennero alla mente alcune parole, certo dettate dall’emozione della luce e dello spazio. Forse qualcosa era scattato in me, dopo un periodo confuso, problematico. E dovette essere, peccato non ricordare i particolari, come aver sciolto un enigma o un nodo o chissà cosa dentro di me. Perché altrimenti non ricordo come mi sia venuto di scrivere la piccola numero uno, né prosa né poesia; qualcosa che ha dato avvio alla tendenza, al desiderio di scrivere ancora.

La fisarmonica

Prendi coscienza della felicità
nascosta tra le pieghe della tristezza
che ti raggrinzano l’anima
come una fisarmonica
che esprime una musica triste
ma poi
si tende in un suono gioioso

germana pisa
milano, 1965

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