Interviste

James Tob, Tobin Hood, Taxman e gli altri personaggi.

Intervista ai loro creatori.

Voi siete stati gli sceneggiatore degli album che, lanciando personaggi quali Tobin Hood o James Tob ed anche Taxman e Tobin (per quanto riguarda questi ultimi in “L’ultima partita”), hanno contribuito a far conoscere in modo accattivante quanto molto preciso i meccanismi della speculazione finanziaria e valutaria mondiale, i temi della globalizzazione e hanno fatto campagna per la Tobin Tax. Adesso, di quello strumento su cui si sono riposte tante speranze, si parla molto meno, eppure sono passati solo tre anni, forse, da quando quel nome era al centro dell’attenzione dei media. Fu proprio allora che Attac vi chiese di comporre delle storie che illustrassero i meccanismi della speculazione finanziaria e il rimedio costituito dalla tassa Tobin.
È così?
È stato facile o difficile per voi illustrare con il linguaggio delle strisce argomento così ponderoso?

R – Marco Berrini: No, non è stato difficile. Tutto stava nel trovare una piccola metafora il più possibile efficace, un nucleo del racconto sufficientemente forte. Poi il resto è venuto da se’. Solo Tobin Hood ci ha creato qualche vera difficoltà, perchè il meccanismo economico che andava disvelato era in effetti complesso, e non si potevano sacrificare dei passaggi in nome di una narrazione più fluida.

R – Andrea Pasini: Già, perchè mentre per gli albi di James Tob e di Taxman e Tobin si è deciso di affrontare i temi economici in modo metaforico, per la storia di Tobin Hood ci pareva più giusto affrontare la questione in modo maggiormente didattico, solo che parlare dei meccanismi della speculazione valutaria internazionale usando solo uova e galline ha richiesto un po’ di lavoro in più. Anche perché volevamo mantenere la narrazione su un registro quasi disneyano, visto che potevamo contare sui disegni di Graziano Barbaro che arriva proprio da quella tradizione fumettistica.

Di recente ho avuto occasione di parlare dell’album chiamato “Taxman e Tobin e poi ho potuto anche finalmente leggere gli altri due della serie: James Tob 001 Una cascata di contanti Operazione Trinitax e Tobin Hood e Fra Tax- Il mistero delle galline. Devo dire che sono efficacissimi nel far comprendere i temi della globalizzazione economica. Forse più di tanti seminari. È la grande possibilità che ha questa forma espressiva che voi avete scelto. Che cosa ricordi del periodo in cui furono editi e distribuiti quegli album? E si potevano acquistare anche separatamente alle riviste che li hanno fatti conoscere? Quali erano, a proposito… ? Che anni erano?

R – Andrea Pasini: il tutto è partito verso la fine nel 2001 quando Attac Italia stava organizzando una raccolta di firme a favore di una legge di iniziativa popolare per portare la Tobin Tax in Italia e in Europa. Il gruppo che si occupava della comunicazione relativa alla campagna – gli Attacchini di Milano – aveva deciso di produrre tre fumetti per sostenere l’iniziativa. È grazie ad Attac che Marco Berrini e io, che avevamo lavorato assieme come sceneggiatori per il fumetto Martin Mystere, abbiamo conosciuto i disegnatori Lorenzo Sartori, Graziano Barbaro e Alessandro Fiumi che già avevano cominciato a raccogliere idee sui personaggi delle storie. Anche se poi le sceneggiature sono state scritte a quattro mani da Marco e da me, tutto il lavoro di impostazione delle trame e dei personaggi è in realtà stato frutto dell’impegno di molte più persone: dei tre i disegnatori e anche di Guido Rossi e di Claudio Jampaglia di Attac Italia. Fino a che i soggetti dei tre albi non sono stati messi a punto abbiamo continuato a riunirci periodicamente tutti assieme. Il primo albo a vedere la luce è stato quello di Tobin Hood e Fra Tax che è uscito in edicola il 19 aprile del 2002, per una settimana in vendita abbinata con il Manifesto, Liberazione e il settimanale Carta. Il secondo albo ha visto l’edicola nel giugno successivo, allegato allo storico mensile Linus, si trattava della storia dell’agente segreto James Tob che vedeva l’esordio del disegnatore Alessandro Fiumi. L’ultimo albo invece, quello di Taxman e Tobin, è uscito l’anno successivo, allegato al mensile Altra economia.

Volete presentarmi il vostro gruppo?

R – Andrea Pasini: l’iniziativa di Attac, tra i tanti pregi, ha avuto quello di mettere assieme un gruppo di autori di fumetti che aveva voglia anche di dedicarsi a un fumetto altro rispetto a quello che il mercato italiano, decisamente troppo schematico, permetteva e permette di fare. Ci siamo dati un nome, i Cani, in occasione dei tre albi sulla Tobin Tax e con quel nome abbiamo poi deciso di produrre le nostre opere personali che non potevano trovare uno diverso sbocco editoriale, andando quindi a cercare quel pubblico che, anche nei fumetti, è attento alla biodiversità. In uno stretto regime di auto-produzione abbiamo esordito con i primi titoli nel 2004 e da allora ne abbiamo pubblicati una quindicina, quasi altrettanti sono in lavorazione. I nostri albi si possono acquistare per posta, attraverso il nostro sito oppure alle fiere del fumetto a cui partecipiamo. Capita anche che qualche coraggiosa fumetteria ci metta in vendita, ma non possiamo permetterci di affidarci a un distributore a causa delle basse tirature e dei prezzi che teniamo con un ricarico minimo. Questo non ci ha impedito, col tempo, di farci conoscere, almeno tra gli estimatori del fumetto indipendente e di raggiungere anche qualche traguardo importante. Per esempio il nostro albo Una lacrima sul viso di Giorgio Mascitelli e Lorenzo Sartori ha vinto, nel marzo scorso, uno dei riconoscimenti fumettistici più prestigiosi d’Italia, il premio Attilio Micheluzzi/Napoli Comicon per la migliore sceneggiatura. La cosa però di cui siamo più orgogliosi è un’altra. Quest’anno abbiamo deciso di allargare la nostra esperienza producendo un gruppo di giovani fumettisti. È nata così una nuova linea editoriale all’interno del nostro catalogo, quella dei Giovani Cani, che ospiterà le prime opere di sette autori inediti. Questa decisione è nata dalla voglia di mettere l’esperienza, produttiva e distributiva, maturata fin qui a disposizione di alcuni giovani fumettisti che, per loro scelte stilistiche, sentiamo vicini al nostro modo di interpretare il fumetto.

Mi parlate delle vostre creazioni più recenti e dei vostri progetti?

R – Marco Berrini: Da allora ho lavorato solo per cinema e televisione scrivendo e realizzando sceneggiature e documentari, oltre a diversi programmi per le TV satellitari. Non ho più pubblicato nulla nei fumetti, ma una mia storia breve disegnata da Graziano Barbaro è in predicato di pubblicazione per I Cani nel 2007.

R – Andrea Pasini: I Cani sono in continua attività sulla loro produzione personale, al momento, includendo anche i Giovani Cani, ci sono una decina abbondante di progetti a vari stadi di lavorazione (tra cui anche i nuovi lavori dei tre disegnatori degli albi di Attac) qualcuno è già pressoché ultimato e dovrebbe uscire speriamo i primi dell’anno prossimo. Il fatto è che avendo intrapreso la via dell’auto-produzione il nostro lavoro non finisce nel momento in cui si scrive la parola fine nell’ultima vignetta dell’ultima pagina. Quando una storia è finita dobbiamo occuparci anche di tutto quanto viene dopo: dal fare le scansioni e l’impaginato degli albi al trovare una copisteria che ci garantisca copie impeccabili a prezzi accettabili, dal timbrare a mano gli elementi colorati delle copertine, all’andare in posta per spedire gli albi che ci vengono ordinati. Una serie di attività che, almeno per qualcuno di noi, in certi momenti prende più tempo di quello che si riesce poi a dedicare all’arte in senso stretto, ma è un aspetto imprescindibile della nostra iniziativa. Tornando per un attimo a Taxman e Tobin è previsto anche un loro ritorno. Un disegnatore esordiente, un giovane cane, Marco Ligabè, ha voluto riprendere in mano quei personaggi e io scriverò per lui delle nuove storie. Proprio in questo momento noi Cani (con il temporaneo ritorno nel branco di Marco Berrini) ci stiamo confrontando con il non facile compito di decidere quali sono i temi di attualità economica che hanno bisogno dell’intervento dei nostri due supereroi.

Azzardo un tema, a proposito di quest’ultima cosa che dite, cioè che vi confrontate su quali temi: la direttiva Bolkestein, forse? O anche la positiva cosa del microcredito e di Yunus premio Nobel? Auspico che vi vengano molti suggerimenti per le nuove avventure.

R- Andrea Pasini: sono sicuramente temi possibili. L’importante è poi riuscire, partendo dai temi di attualità economica (perché quello è il campo nei nostri eroi), a trovare degli sviluppi di tipo avventuroso, perché è l’aspetto avventuroso che deve caratterizzare il primo livello di lettura del nostro fumetto, se non funziona bene il meccanismo narrativo, se non è avvincente, la storia sarà comunque non riuscita. In quest’ottica mi pare per esempio più facile, più efficace, sviluppare una trama che abbia in qualche modo a che fare con la direttiva Bolkestein che non sul micro credito (tema che personalmente trovo interessantissimo ma che, almeno finora, non ci ha ispirato nessuna trama supereroistica). Bolkestein poi sarebbe anche un nome molto adatto a un personaggio da fumetto , per esempio per uno scienziato pazzo.

Con molto interesse attendiamo gli sviluppi delle avventure di Taxmana e Tobin. A quando prevedi?

R- Andrea Pasini: Nota più che dolente. Nè io nè il nuovo disegnatore di Taxman siamo particolarmente veloci, e già dopo i primi passi nella lavorazione di questo nuovo albo abbiamo accumulato un certo ritardo (e non possiamo dare la colpa solamente al fatto che entrambi dobbiamo anche seguire lavori remunerati, è che siamo proprio lenti). Diciamo che la nostra idea sarebbe di avere il nuovo albo pronto per la primavera ventura.

Dopo i vostri album che hanno fatto conoscere i personaggi legati alla campagna di Attac, avete avuto riscontro di un successo? Di avere raggiunto un gran numero di lettori e di avere interessato ai temi che proponevate? Qualcuno vi ha fatto sapere che, leggendo delle avventure di Tobin o di James Tob o di Taxman , ha avuto chiari concetti riguardanti la globalizzazione economica che prima non aveva ben assimilato? E, in questo senso, avete sentito la responsabilità di produrre storie che avrebbero potuto influenzare ed ampliare un movimento emergente (( Se penso (consentitemi una nota autobiografica: io non sono giovanissima e ricordo che quando ero ragazza leggere i fumetti era considerato indice di scarsa o nulla cultura, (per non dire disdicevole e proibito); solo i libri erano ammessi alla sua corte (della cultura)…)). Lentamente le strisce hanno acquisito peso, valore, consenso, dignità di arte ed ora sono – tali le considero io – indispensabili nel contesto e nel complesso del panorama culturale e mediatico).

R – Andrea Pasini: Direttamente noi non abbiamo avuto molto il polso dell’effetto che ebbe l’uscita di quei fumetti. È la struttura di Attac che ha avuto più modo di verificarne i risultati. Noi possiamo dire che Attac si dimostra molto soddisfatta di tutta l’operazione e per un certo periodo si parlò anche di realizzare edizioni estere delle nostro opere, da parte delle altre organizzazioni nazionali di Attac ci fu sicuramente dell’interesse, non credo però che poi la cosa sia andata in porto, purtroppo. Rispondo anche all’altra tua osservazione ai richiami al tempo passato. Un po’ è ancora così, l’idea del fumetto come prodotto anche di cultura alta nel nostro Paese non è del tutto assimilata, già la situazione è molto diversa in un Paese come la Francia. Però un’iniziativa come quella in corso attualmente ad opera di Repubblica.

Germana Pisa
10 Novembre 2007

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