Letterari, Prose poetiche

Della felicità.

Entrando in ascensore, un giorno,
fui colta da una luce intensa che
si irradiava dal volto di due amanti.
Essi erano vicini e sorridenti
ed il loro sorriso mi coinvolse
al punto che ne fui avvolta intera.
Erano belli e giovani, giovani sposi
ma non era la loro bellezza a colpirmi
era la luce che si irradiava, forte,
dai loro visi sorridenti e sereni.
Se di felicità si può parlare
su questa terra,
io l’ho vista quel giorno
dipinta su quei volti,
che avvolgevano
ma non escludevano.
Col passare degli anni, ogni volta
che incontro i due amanti,
mi sorprendo a scrutare
nei loro visi,
se qualcosa è cambiato
se la luce che vidi si è appannata.

Nulla di tutto questo è avvenuto
Impalpabile, immutato
sui loro volti è il sorriso.
La stessa luce, la stessa fragranza
la stessa pacata consapevolezza
di sé, degli altri, del fatto
che la felicità perenne
che li avvolge
non è cosa loro soltanto.
Forse è questo.                                                            Germana Pisa  –  18 marzo 2004

A Nicoletta                                                                                    poesia che invio a Nicoletta Locati Nodari oggi 1 luglio 2011

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