Letterari, Uncategorized

Il manifesto dello scrittore e, per estensione: del blogger.

Dalle lezioni di Giuseppe Pontiggia Scrivere vuol dire saper rinunciare, ovvero, anche: come darsi un voto; e chiederlo
“Con la scrittura puoi ottenere qualsiasi effetto, ma devi chiederti: “È interessante?”. Poi: “È dinamico? È incisivo?”. Un vero scrittore sa rinunciare a ciò che non è essenziale. Scrivere è µn problema di economicità ATTENZIONE:– all’euforia del linguaggio ipereccitato, iperemotivo; meglio essere discreti e sobri;
al linguaggio psicologico approssimativo; ai sinonimi: c’è µna sola parola, il buon scrittore la conosce; al delirio di onnipotenza che produce linguaggio velleitario: autori uomini creano personaggi che sono la controfigura della loro capacità – deduttiva; autori donne sono troppo interessate ai processi psicologici in quanto tali; ATTENZIONE – alle frasi con convergenza di significato: si indeboliscono a vicenda; meglio sceglierne una, non essere ingordi; alle parole prese a prestito, alle parole rassicuranti; alla leziositଠ al linguaggio ridondante: non si deve dimostrare che si sa scrivere (lo stile è l’oblio di tutti gli stili); alle audacie logore, al rallentamento; agli aggettivi: di solito indeboliscono e tendono alla ripetizione; bisogna andare contro le suggestioni: “cielo” è ­mglio di “cielo azzurro”; alle imprecisioni: il linguaggio deve essere responsabile; al gergo: meglio attingere all’esperienza sensoriale, all’immediato e al quotidiano piuttosto che esibire una terminologia ricercata. SCRIVERE NON È’– liberare quello che si ha dentro, non è confidare a se stessi; trascrivere, buttare giù un pezzo: scrivere è scoprire ciò che non si sapeva; la più grande forma di eleganza: per scrivere bisogna scomporsi verosimiglianza (le cose sono andate così  io le racconto); non devi raccontare che cosa ti è successo, ma creare qualcosa;
SCRIVERE È DARE MESSAGGI LUCIDI. Un buon racconto si deve poter riassumere. Non scrivere l’introduzione all’argomento che hai in mente: non è sempre necessario spiegare. Le battute di dialogo devono essere di per sé interessanti: un senso ogni frase. La retorica è importante: fa parte dei fondamentali. Inutile parlare di schemi se non sai calciare il pallone. Bisogna servirsi molto delle antitesi e del gioco del linguaggio.  
A cura di Germana Pisa – 15 Novembre 008

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.