Joe Biden che, se dio vuole, tra meno di una settimana comincerà a fare il presidente degli Stati Uniti, è una figura dolorosa ed evidentemente segnata da quello che si chiama – usando parole solenni e forse abusate – da uno strano, difficile destino. Dal punto di vista della vicenda sua umana fino ad ora vediamo che la vita lo ha provato con perdite familiari dolorosissime e in momenti in cui si preparava anche a fare scelte politiche importanti; e questo non una sola volta. Quando l’ultima prova – la morte per grave malattia del fratello -lo stava piegando una donna, divenuta poi sua moglie, gli ha ridato l’energia per riprendere a vivere e a riannodare i fili interrotti anche della vicenda pubblica. Così si è candidato alla presidenza degli Stati Uniti, il partito democratico lo ha scelto dopo le primarie e, come sappiamo, ha vinto le elezioni prevalendo su Trump. Il resto è cronaca di queste ore, ore sempre più incerte e sature di senso di grave pericolo imminente. La figura di Joe Biden è ancora in ombra e invece dovrebbe essere la protagonista di queste ore in ogni notiziario, in ogni articolo. Avviene invece che sia il presidente uscente a dominare le cronache mentre l’altro è come in un momento sospeso. Spicca – è vero – il suo apparire tranquillo, quando raramente appare, in questi venti di tempesta. Forse crede veramente che questo sia l’atteggiamento giusto da contrapporre alla prepotenza del presidente uscente, che non vuole cedere; ma sarà anche che in cuor suo si starà ripetendo che ne ha passate tante e che anche questa passerà.