Biografici e autobiografici, Iperluoghi

Il dono della notte.

Ormai ne sono certa: mi aspetto molto dalla notte: non un amplesso d’amore, ma il dono di un sogno. Sempre più spesso la mattina svegliandomi ho la impressione di avere vissuto durante il sonno una avventura significativa; e lo penso perchè mi sembra che veramente il periodo vissuto dormendo, e i personaggi che sono comparsi nella finzione del sonno si siano manifestati in maniera che io al risveglio pensassi che avevamo vissuto – io e loro – una avventura insieme. Credo che questo che racconto sia quello che più si avvicina al suggerimento che ricordo di avere un giorno conosciuto: e cioè trattasi del fatto che se tu, accingendoti a chiudere gli occhi per il sonno, formuli in cuor tuo il desiderio di fare un certo sogno ( io dico una certa esperienza) questo accadrà. Tra poco, accingendomi appunto ad andare a letto, e quando deciderò di dormire (che il sonno spontaneo e di colpo credo tarderà a venire non sentendomi stanca – cosa inconsueta -) io formulerò in cuor mio il desiderio di accettare un viaggio che mi verrà proposto nel regno del sogno. E tutto questo è come nel film Inception, me ne rendo conto, con una non trascurabile variabile rispetto a quanto quello racconta: nessun intruglio chimico entrerà nelle mie vene, neppure un piccolissimo sonnifero, neppure una tisana rilassante. Solo il credere ad una ancor flebile intuizione: che la notte ci chiami a continuare una vera vita, una realtà alternativa, che forse ci darà suggerimenti per quando apriremo gli occhi.

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