Letterari

Se l’uno chiama l’altro.

Quando decidi di leggere quel libro sei tu che lo hai scelto, o è il libro che ha scelto te? Credo ce lo siamo chiesto un po’ tutti, almeno noi che con quell’oggetto abbiamo una consuetudine frequente: ci sarà capitato talvolta di decidere proprio quel giorno di leggere un libro che da tanto tempo è con noi, il cui titolo abbiamo guardato e anche con interesse passando davanti allo scaffale, che tuttavia non è stato abbastanza forte da farci decidere di estrarlo dal suo posto per leggerlo. Decidere che cosa ci abbia trattenuto è cosa – credo che varia di caso in caso, o meglio da titolo a titolo. L’uno ci sara sembrato banale, l’altro troppo impegnativo; magari avrà giocato anche la presunzione in noi di avere già abbastanza nozioni dell’argomento che il titolo propone. Ci sono titoli e titoli: e anche il messaggio silenzioso che ci trasmettono nello scambio visivo momentaneo è di intensita non sempre uguale. Alcuni titoli lavorano in profondità e silenziosamente in noi e ci chiamano senza far fretta. “Sanno” che prima o poi ci decideremo ad avere con loro un colloquio meno superficiale. Queste considerazioni le devo guarda caso ad un libro che ho deciso di leggere ieri, e si tratta di un caso, questo, di caratteristiche peculiari, in quanto in cuor mio ero convinta che non avrei mai affrontato la lettura di questo che titola “I linguaggi del sogno” Non perche l’argomento non mi interessi, anzi. Ma ritenevo non so dire perché che si trattasse di un testo superato e non scientifico, e chissà cos’altro. Tuttavia ier l’altro il titolo ha sfoderato tutte le armi del suo fascino convincendomi a leggere qualcosa di più, non dico all’interno, ma semplicemente nel retro di copertina: dove ho letto trattarsi il contenuto di contributi dei massimi esponenti della psicanalisi, espressi nell’ambito di un importante convegno a Venezia a cura della Fondazione Giorgio Cini, nell’anno 1982, e raccolti poi nel volume di cui qui parlo. Si dà poi il caso che tra i massimi esponenti relatori ci fosse Cesare Musatti e che il libro si apra proprio con il “suo” intervento. Mi sono finalmente accorta di avere tra le mani un oggetto prezioso, che ora mi attrae fortemente alla lettura. Da un po’, inoltre, vado scrivendo i miei piccoli articoli sul sogno, ed è probabile che nuovi stimoli e nuove scoperte e suggestioni mi verranno regalati dalla lettura cui mi accingo.

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