Biografici e autobiografici

Ricordo di Tito Samorè.

da sinistra: Vianello, Giacchele, Pasquini, Calleri, Pavanello, Samorè, Lemaire. Trieste 1970 Prima riunione del Soccorso speleologico.

E’ già passato un anno da quel 13 agosto in cui Tito ci hai lasciato e si rinnovano in chi ti ha conosciuto il ricordo e il rimpianto di te: in me e in Francesco la ferita è ancora aperta. Vogliamo parlare di te, qui, ora. Di una persona cara che ti ha lasciato spesso ti compaiono all’improvviso alla mente una immagine, una situazione, una posa, uno sguardo; e queste immagini di lei, oltre alle sensazioni di tenerezza, di perdita, di rimpianto, come di gioia per avergli vissuto accanto, in quel momento tutti quei sentimenti essi racchiudono ed evocano. Di lui ecco ricordo che era innamorato delle nubi. Lì, seduto alla scrivania, alzava lo sguardo oltre i vetri della finestra e guardava lo spettacolo del tramonto che infiammava il cielo; se passavo in quel momento di lì accanto coglievo quel momento in cui il suo viso si illuminava nell’ammirare la varietà dei colori, il mutare forma e luminosità dei cumuli. Allora vedevo che dal cassetto estraeva la macchina fotografica e fotografava quello spettacolo nel cielo; nel mio archivio foto ci sono decine di immagini di nuvole, e splendide immagini di tramonti infuocati che quelle nubi incendiavano. Tito aveva avuto occasione nella vita di scattare foto di tramonti ed albe meravigliosi in molti posti del mondo; da quando gli era venuta meno la possibilità di viaggiare, in parte per la assurda limitazione periodica della patente, a causa di una menomazione parziale alla vista per un incidente da proiettile inesploso in tempo di guerra; ma anche per altri impegni di lavoro, i suoi viaggi si erano assai diradati. Aveva smesso – o ridotto – la pratica speleologica attiva intorno ai sessant’anni, e continuato comunque a partecipare spesso alla vita del Gruppo Grotte Milano e alle occasioni collettive di incontri; ovunque e sempre rinnovando così con i compagni di avventura e studio quei legami di amicizia, di stima e di affetto che tanta importanza hanno avuto nella sua vita. Al mondo speleologico ha dato moltissimo, Tito è stato anche tra i fondatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e speleologico. per questo ed altre iniziative importanti ha ricevuto riconoscimenti che lo hanno onorato e commosso. Lo si ricorda per essere stato uno dei pionieri della speleologia subacquea: i campioni di oggi, cito per tutti Luigi Casati, sono soliti ricordare come abbia compiuto in questo campo imprese difficili e pericolose con i mezzi tecnici di un tempo e ancora stupiscono segnalando come ben di diversa natura siano i mezzi odierni di esplorazione subacquea in grotta! La speleologia, e la fotografia e la passione per i viaggi, e per la vela da navigatore solitario, la passione per la conoscenza di ogni disciplina possibile, testimoniata dalla ricchezza degli scritti e dalle letture assidue: sono questi gli aspetti suoi con cui lo voglio ricordare e sono consapevole che non esaurisco con cio’ il tratteggio della sua personalità. La sua sete di conoscenza era inesauribile ed è stata anche la passione per la fotografia ad alimentarla. .Egli ha esercitato la pratica della fotografia in vari campi: nel riprendere i fenomeni naurali, il mondo naturale vegetale e le visioni del mondo sotterraneo, e quella perizia ha alimentato la componente creativa artistica ( quanto ha amato anche dipingere)! e alimentato la geniale inventiva nel cinema. La sua amicizia e collaborazione con Bruno Bozzetto con cui ha creato i disegni animati è stata un’altra avventura. Una delle tante che fanno della via di Tito un capolavoro. (La foto di corredo all’articolo rappresenta la prima riunione del Gruppo fondativo del Soccorso Alpino e Speleologico Il secondo da destra è Tito Samorè) vedere: https://www.germanapisa.it/2020/10/12/notte-a-firenze-alluvione-del-1966/

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