Tiziana era molto brava. Le era stata assegnata una classe Prima. Ero ammirata dalla sua abilità di maestra. Era stata una fortunata circostanza – quella – che cercassero a Metanopoli, nella nuovissima scuola elementare, giovani maestre per i figli dei lavoratori del complesso industriale creato da Enrico Mattei. La scuola dove io e Tiziana avevamo studiato, e poi conseguito il diploma in quell’anno medesimo, pochi mesi prima dell’aprirsi del nuovo anno scolastico indicò me e Tiziana per quel ruolo. A me fu assegnata una classe Terza. Accoglievo bambine che venivano da una precedente esperienza con altra maestra, oppure da altra scuola. Questo non fu chiarito. Tiziana era molto brava, dimostrò subito una abilità innata nell’insegnare. Subito dopo le prime due settimane le sue allieve erano in grado di riconoscere le parole e di riprodurle. I metodi di insegnamento erano cambiati negli anni con il susseguirsi e rinnovarsi dei programmi ministerali. Fin dai primissimi giorni, Tiziana li aveva saputi interpretare: aveva insegnato alle sue scolare le lettere dell’alfabeto, presentandole inserite in frasi complete associate ad immagini, secondo un metodo recente suggerito dallo spirito dei nuovi programmi. L’apprendimento dei bambini era favorito e Tiziana colse subito dei successi. Non dimenicherò mai la sua figura, la sua amicizia, e quel periodo formativo per noi, giovanissime maestre messe alla prova della cattedra.