Come mai e quando esattamente mi trovassi in quel luogo, assolato e quasi deserto non fosse stato per quella tenda canadese che mi si è presentata davanti agli occhi, arrivando, non ricordo. Non so da dove arrivavo nè la circostanza, nè perchè fossi sola a passeggiare in quell’ora assolata, io che non amo il pieno sole, che non amo la calura: che fossi sola in quel luogo pieno di silenzio . Fatto sta che ai miei piedi alla destra sul prato, in quella radura, mi apparve questa scena, all’improvviso, quasi da inciamparvi : vidi lei seduta sul prato fuori della tenda, entro la quale si intravvedeva un uomo sdraiato, lei che strofinava un indumento appena insaponato, lei sorridente. Che cosa sia stato esattamente di quel quadretto di straordinaria semplicità ad incantarmi e a farmi pensare che quello era un nido d’amore così bello che di rado possa capitare di vedere, se sia stata la serenità di lei, la pace intorno o che aleggiava da loro due, che sia stata la luce straordinaria che ancora ricordo così viva, non so bene. Solo molti anni dopo quel pomeriggio mi è capitato di percepire un amore così in due persone incontrate. Ma se mi chiedessero di dire che cosa è per me la felicità, o mi chiedessero di fare un esempio di felicità, io racconterei della radura assolata e dell’amore che contribuiva a rendere ancora più luminosa quell’ora.