commenti, Eco e ambiente

Considerazioni a ruota libera su di un pamphlet antiecologista.

Negli ultimi anni sono spesso usciti, sovente offerti all’acquisto dal quotidiano Il Giornale dei libretti malandrini; e questo, dal titolo L’ecologia che inquina l’economia è particolarmente attraente, oltre che esplicito fin dal titolo in relazione al bersaglio che vuole colpire. Raramente l’aggettivo attraente è meno adatto – di codesto – ad un soggetto; ma sono stata attratta alla lettura per la curiosità che in me si è acuita dopo aver letto di Franco Battaglia la premessa, là soprattutto dove  dichiara per esempio che l’ecologismo ha fatto più vittime di nazismo, comunismo, terrorismo. Ho proseguito quindi la lettura con quella curiosità perchè mi sono detta che l’Autore avrà dovuto pur cercare di dimostrare quelle sue apodittiche premesse. Così sono andata avanti a leggere. Sinceramente non avrei creduto possibile che il Battaglia giungesse a certe affermazioni che, lungi dall’essere meno gravi ed eclatanti di quelle che ho riferito sono – scopro nel prosieguo della lettura – se possibile ancora più scandalose. Mi riferisco certamente alla sua affermazione del clamoroso falso storico -a suo dire – del riscaldamento globale, come della inutilità di ogni energia alternativa e come l’ostentato disprezzo di ogni afflato di amore per l’ambiente e la natura. Tuttavia non avrei creduto che il Battaglia si spingesse a negare che ci siano state vittime a cagione del nucleare a Chernobyl e a Fukushima. A chi – leggendo – ha , non dico tanto, ma un minimo di conoscenza dei fatti risulta chiaro che il Battaglia fa un clamoroso errore – esagerando – pensando di convincere. Il troppo storpia dice il proverbio. Ci tengo a dire che sul nucleare ho alcune mie idee che non sono tutte di demonizzazione ma il rispetto dei fatti storici e della verità sono fondamentali. Riguardo a Chernobyl c’è un passo riguardante i bambini malati; e mentre leggevo mi è venuta alla mente la amica biologa ed attivista che portava con altri volontari i bambini di Chernobyl in Italia a curarsi dai postumi delle radiazioni anni dopo l’esplosione del reattore. .[..bambini malati e bisognosi di maggiori cure ce ne sono ovunque nel mondo…I bambini di Chernobyl sono lo strumento innocente e inconsapevole di una schifosa campagna imbastita ad arte per demonizzare il nucleare civile (pagina 23 del pamphlet)…”Ho cominciato a pensare man mano che leggevo e anche dopo a come possa un testo così scritto con quella virulenza e con l’uso spregiudicato della manipolazione dei fatti e certamente anche con l’uso di affermazioni non vere, come e chi possa convincere. Mi sono fatta l’idea che l’uso della violenza verbale e del cinismo esibito e del disprezzo di ogni opinione contraria possano effettivamente insinuare dei dubbi – anche in questo caso, (come ad esempio accade in internet negli spazi dove l’uso della violenza e della calunnia verso ogni persona che non sia di uno specifico clan fa danni terribili) proprio non tanto per i contenuti delle affermazioni ma per la determinazione violenta con cui si vuole convincere. E penso che un libretto come questo possa fare molti danni in chi non abbia sue nozioni e convinzioni maturate da studio, abitudine ad informarsi ed un minimo di discernimento di come funzionino i media e soprattutto la propaganda, magari ben sollecitata e nutrita da interessi economici precisi.  Il libretto è stato diffuso da Il Giornale nel 2016, ma il testo era stato scritto e pubblicato anni prima . La consapevolezza dei guasti all’ambiente e del rischio per la nostra stessa sopravvivenza oltre a quella di altre specie sulla terra è io credo consolidata oggi, rispetto al 2016. Non credo che Franco Battaglia con questo suo L’ecologia che inquina l’economia potrebbe raggiungere e convincere lo stesso numero di lettori ipotetici di qualche anno fa. Ricordo che io mi ero spinta a suo tempo ad acquistare un quotidiano che di solito non stimo molto colpita dal titolo di questo pamphlet. Però ho avuto il fegato di leggerlo solo ora perchè mi è capitato tra le mani e avevo voglia di riderci un po’ su. Ma francamente oltre a non essermi divertita ho realizzato che avrei potuto  impiegare il mio tempo in una lettura migliore.

Germana Pisa

11 gennaio 2022 

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