Biografici e autobiografici, Eco e ambiente

Temporale.

Una volta si diceva, al primo temporale d’agosto: ” E’ il giro di boa dell’estate”! Nessuno di noi sapeva di barche e di regate, ma si diceva così. E’ noto. Di solito, il primo temporale d’estate, che di questa annunciava l’allontanarsi, era intorno al 20 di agosto, o poco più in là. Certamente a quella data ci trovavamo – la mamma, le sorelline ed io – ancora in montagna, a Serina, che si trova a 850 metri. Presto presto, durante il temporale, si correva ad indossare il golfino o anche il maglione; e questo anche con un certo piacere. Intorno, il paesaggio era cambiato completamente: le nubi basse avevano avvolto la montagna, che talvolta era coperta fino al livello della strada davanti a noi; così che ci trovavamo come in una immensa coltre di bambagia. Il monte Alben davanti a casa non si vedeva più; fino a ieri eravamo saliti a cogliere ciclamini, su su fino a oltre i mille. Ce ne erano tantissimi, allora. Lo zio Ugo, fratello di Leonida era venuto a trovarci da Milano, per un fine settimana o forse qualche giorno in più; non ricordo. Ma non lo ospitavamo noi mi pare, perchè l’appartamento in affitto dove ci trovavamo – la mamma, , la sorellina Laura, la più piccola – Elisabetta – e il papà quando veniva per il fine settimana, aveva spazio solo per noi. Ugo era molto sportivo. Allegro, sportivo ed entusiasta, così lo ricordo, ci portava noi bambine a fare belle scalate alla ricerca dei ciclamini che a quei tempi, nei primi anni 60, erano ancora tantissimi nei boschi, ad andarli a cercare. Io mi arrampicavo con agilità ed entusiasmo. Conquistavo mazzi dei bellissimi fiori. Ricordo che si tornava di corsa, caracollando in discese anche ripide per la fretta di tornare, stringendo tra le mani quei grandi mazzi che mostravamo con orgoglio e che riponevamo subito nei vasi. Talvolta avevamo estratto il ciclamino con la sua radice per trapiantarlo. Allora era ancora consentito. Ora non più, anche se forse talvolta si viola la legge. Il primo temporale d’agosto celava d’un tratto la vista e l’accesso al monte, pronto tuttavia ad accoglierci ancora per molti giorni. Allora, le vacanze estive scolastiche erano lunghe. La scuola ricominciava ad ottobre. Spesso noi ci trattenevamo a Serina per buona parte di settembre, quando i temporali estivi divenivano più frequenti e il piacere di indossare indumenti più pesanti ci portava avanti col pensiero ai mesi autunnali. E poi addirittura al Natale! La mamma cominciava a riempire il grosso baule per il rientro in città. L’autista della corriera ci avrebbe aiutato a caricarlo nel portabagagli.

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