Io sono quasi convinta che la mia passione per lo stare in cucina trae origine nella lontana prima infanzia, quando avvenne un episodio tuttora indelebile nella memoria. Un giorno, al paese dove mi trovavo, ricevetti un dono dagli zii che abitavano in città; ancora rivedo il gesto del dono: la persona che si china su di me e mi mostra una grande scatola contenente ogni sorta di pentoline di alluminio. Luccicanti, mi estasiarono per qualche minuto poi non le vidi più. Qualcuno della famiglia disse che erano troppo belli e che li avrei trattati male e la scatola fu messa in un luogo inaccessibile. Non ricordo di essermi mai informata sul luogo dove si trovassero e gli unici ricordi che ho di giochi che simulassero il cucinare o l’impastare sono di qualche anno dopo e sono stati il gioco di mescolare la sabbia con l’acqua del mare, sulla riva, dove noi bambini preparavamo pappe morbidissime per sconosciuti quanto amati commensali. E mi ricordo che la poltiglia di sabbia e acqua di mare spesso accoglieva una specie di arcobaleno.